Un indicibile bersaglio
Con “Tu che non esisti”, Franco Falasca propone un componimento il cui evidente espressionismo sembra quasi sconfinare nella vera e propria invettiva.
La parola è uno strumento e, usata in una certa maniera, può assumere l’aspetto di un’arma o, comunque, di un proiettile lanciato contro qualcosa o qualcuno.
Verrebbe da pensare contro quel “Tu che non esisti” con cui si apre la poesia, ma, a dire il vero, l’individuare con precisione il bersaglio non pare l’intento del poeta e, dunque, non deve essere quello del lettore.
Tre versi, in particolare, hanno suscitato il mio interesse:
“immerso nelle viscere delle distanze
lontane come l’infinito misurato da un metro
da sartoria”.
Pronuncia non estranea a un surrealismo che definirei esistenziale per il bagaglio di difficoltà del vivere che porta con sé: il poeta si sente sprofondato entro “viscere delle distanze” lontane e non assoggettabili ad alcun tipo di misurazione.
O meglio, di misurazione comunemente accettata, poiché, se al “metro da sartoria” si sostituisse un altro strumento, forse potrebbero emergere alcune connessioni utili a far uscire il Nostro dallo stato d’inquietudine in cui si trova.
Anche la misura è un linguaggio e, a volte, occorre saper costruire modelli maggiormente adatti alla bisogna? Sì ma, in questo caso, quali?
Domanda che non può trovare risposta in un componimento il cui intento evidente è quello di porre un’assillante questione e non di risolverla.
Siamo dinanzi alla sincera testimonianza di un’umana trepidazione che, forse, proprio nel trovare uno sbocco nel dire poetico, trova la possibilità di non diventare assiduo (insopportabile) tormento.
Al penultimo verso, non a caso, Franco parla di una sua provocazione “da artista” che, a mio avviso, illumina un’insofferenza patita ma anche desiderosa di essere condivisa, nella convinzione che il comunicare le proprie sensazioni ed emozioni sia, più che un desiderio, un destino.
E all’umano destino il Nostro è certamente molto interessato.
Tu che non esisti
Tu che non esisti
che non hai voglie
che non hai spessore
che non hai luce
che non hai vigore
che non hai occhi
che sei questa luce assente
questa voglia di niente
che mi hai gettato in questa esperienza
di nulla
condito come un’insalata
credendo che io lo credessi
ma non l’ho creduto
non l’ho digerito
non l’ho vissuto
e ne chiedo il conto
di questa imbecillità responsabile
in questo nulla di fronte a te
che sei il nulla ed il buio assoluto
in questo tentativo di far nascere
qualcosa da qualcosa
che io non ho creduto e che tu non credi
e non vedi
e non annusi
in un turbine di fumo carbone ed ossa
immerso nelle viscere delle distanze
lontane come l’infinito misurato da un metro
da sartoria
ossessionato da sentimenti inesistenti
da inesistenti palpebre
da inesistenti voglie
imbecillità pulsante
restituiscimi altra luce ed altra ragione
o genio vigliacco ed
imbroglione cosmico
che ridi alle spalle
seduto al bordo di immense materie
su cuscini di morbidi atomi
vomitando teorie di questa cloaca
che la coscienza sbrinata
smembra come cellulosa umida
di cui so godere
ma lontano
che so scrutare senza sguardo
che vedo con nitidezza
assente
che adoro inesistente
che assumo da imbecille
che derido da genio
che aspiro da spaurito
che temo da ignorante
che venero da retore
che denigro da uomo
che calpesto da animale
che inseguo da giovane
che annuso da filosofo
che descrivo da poeta
che aggiro da amante
che soppeso da venditore
che spremo alla pari
che disprezzo da vendicatore
che imito da religioso
che mimo da malato
che introietto da attore
che ignoro da figlio
che provoco da artista
che esalto da scienziato.
Franco FALASCA
Nato a Civita Castellana (VT), vive a Roma. Ha prodotto, oltre a poesie e racconti, anche poesie visive, films super 8, video, fotografie, performances. Ha organizzato rassegne e manifestazioni.
Nel 1973 fonda (con Carlo Maurizio Benveduti e Tullio Catalano) l’Ufficio per la Immaginazione Preventiva con cui collabora fino al 1979; partecipa come artista alla Biennale di Venezia 1976. Suoi testi e materiali vari sono stati pubblicati, oltre che nei cataloghi delle mostre alle quali ha partecipato, anche su varie riviste ed antologie e nei volumi:
UFFICIO PER LA IMMAGINAZIONE PREVENTIVA <file:///F:\web\francofalasca\uip\uip.htm> (con Tullio Catalano e Carlo Maurizio Benveduti) - a cura di Filiberto Menna, Massimo Marani Editore, Roma, 1976
"UNA CASA NEL BOSCO - Prose e racconti", Edizioni Latium/Ouasar, Roma, 1990, vincitore del Premio Letterario Orient-Express 1990“NATURE IMPROPRIE (poesie 1976-2000)”, Fabio D'Ambrosio Editore, Milano, 2004, vincitore del Premio di Poesia Lorenzo Montano XIX edizione (2004-2005) della Provincia di Verona
“LA FELICITA E LE ABERRAZIONI (poesie 2001-2010)”, Fabio D'Ambrosio Editore, Milano, 2011