La poesia ha origine in una scrittura dal movimento bipolare continuo: dall’ interno all’esterno e viceversa. In modo tale da generare un senso inafferrabile, ma nello stesso tempo, data la multi direzionalità dei significati, a tratti o a frammenti, comprensibile. E’ ciò che propriamente accade leggendo questi testi che hanno come referente le transazioni finanziarie.
Mori ha scelto l’argomento forse più ostico da indagare in poesia: perché si tratta di un bene ipermateriale, il denaro, ma anche il più astratto nei suoi camminamenti socioeconomici. Ma l’autore non usa la performance poetica per descrivere o esprimere il suo pensiero in un’ indagine sull’argomento, egli, consapevole della struttura e del valore ramificati della scrittura, prova a recepire gli umori dell’oggetto per ritrasmetterne i rumori. La poesia di Mori, infatti, non esaurisce il suo percorso sulla pagina, ma scandisce il suo ritmo con l’esecuzione del corpo fonico intrinseco alla versificazione. E ciò permette una figurazione a zig zag che apre la significazione “finanziaria” ad una direzione che riporta, anche in modo non lineare e con fraseggi ellittici, alla poesia stessa.
Vediamo nel concreto un verso: “Password con atonalità dodecafonica di riconoscimento”. Si parla di una cassaforte homebanking, ma l’evidenza può ingannare. Se interpretiamo attraverso paradigmi poetici (e Mori è talmente attento e padrone dell’arte linguistica da esserne certamente consapevole), vediamo che la frase può essere letta come una definizione metaforica di ciò che è, o può diventare, una scrittura non ordinaria: parola dalle modulazioni interne non univoche, ma riconoscibile nella sua specificità di arte. Può sembrare una forzatura interpretativa, ma leggendo la raccolta si comprende quanto forte sia la capacità di disarticolazione dell’oggetto sociale in questione: tanto da incorporarlo nella scrittura, non come significato esterno univoco, ma frantumato e reso quasi inconoscibile rispetto alla lingua specifica che lo dice. Nel testo sono tanti i luoghi dove questa trasfigurazione si manifesta: apparentemente appoggiata al soggetto che dà il titolo e tira le fila, ma ancorata liberamente alle capacità artistiche di cui Mori è maestro. Come la visualità che traspare in alcuni testi, accanto a un’altra caratteristica portante di queste poesie: il tocco di leggerezza e di lucidità che le tiene, come se fluttuassero in aria, ma con lo sguardo verso il basso, dove l’umanità c’è e il “conto delle spese mensili sussidiarie/illude e disillude”.
Ma bisogna anche pensarli a voce questi testi, perché nella concretezza del suono il senso viaggia e prende spessore, fa attrito in una visione fulminea di povertà che è il corollario maligno dell’attività finanziaria. Oppure in un’immagine quasi soave, quasi un dipinto zen dove un euro è appoggiato “sopra il limone” e l’immagine sotto è quasi di un giardino “cosparso di monete”, come una via di fuga su cui scommettere per resistere e per dissolvere la quotazione di ciò che mercifica e dà un prezzo alla parola sudata.
da Financial
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I volti abbassati sulle agende
Chi prenderà la parola
traccerà la fine dell’oscillazione
Le mani si allargano
appoggiano sulla tavola
Le liquidazioni avvicendano
Gli occhi cercano punti distanti
Li ravvicinano
All’adunanza creditori
iniziano a dismissionare
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Affioca l’executive dell’investimento
Luce polarizzata ora
soltanto dal debito acceso
e l’azione smorza
deflatta disinnesca
bassa percentua
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Dow Jones siede
Appoggia la mano sul tavolo
La rovescia lentamente aprendo il palmo
Poi richiude tutte le dita
Struscia il dorso fino al bordo
Sull’indice ritto improvvisamente verso pavimento
passa luce subitanea
Resta indicante
mentre immagine dissolve
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I diagrammi del mercato azionario intrecciano
sulla curvatura dolcissima degli schermi alto parietali
Emettono quote simultanee ad orografie luminose
Spezzano percetti di tracce fluorescenti
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Nella luce aurea sulla pelle
il bilanciamento differenziale delle spese mensili sussidiarie
illude e disillude
sul crinale contabile della pendenza
ed assesta
ad estensione delle braccia
in attesa del passaggio equilibrante
Alberto Mori, poeta, performer e artista, in più di vent’anni di attività ha costruito e alimentato una personale attività di ricerca nella poesia, utilizzando di volta in volta altre forme d’arte e di comunicazione, dalla prosa alla performance, all’installazione, al video e alla fotografia. Nello stesso tempo, ha collaborato con molti fra i più noti poeti contemporanei, italiani e stranieri, per la realizzazione di letture pubbliche, manifestazioni ed eventi dedicati alla poesia. Ha all’attivo numerose pubblicazioni. Nel 2001 Iperpoesie per Save As Edicion e nel 2006 Utópos per Emboscall. Peccata Minuta sono stati tradotti in Spagna. Più volte finalista al Premio di Poesia Lorenzo Montano.
Website: www.albertomoripoeta.com