Carte nel Vento
periodico on-line
del Premio Lorenzo Montano
a cura di Ranieri Teti
Premio speciale della Giuria “Opere scelte” Regione Veneto
Il riconoscimento è destinato dalla Giuria del Premio ad Alfredo Giuliani, un autore che ha contribuito a spostare in avanti l’orizzonte espressivo della parola poetica, proiettandola verso il continuo rimando, spingendola dentro il diverso da sé, senza mai definirla e cristallizzarla in un centro di senso stabilito per sempre. Grazie alla partecipazione della Regione Veneto, all’autore viene riconosciuta l’edizione, nella collana “Itinera” di Anterem Edizioni, della raccolta di testi in poesia, selezionati tra le sue pubblicazioni, Furia serena. Opere scelte. Il lavoro antologico, accompagnato da riflessioni critiche di Ugo Perolino, si configura come un significativo profilo della poetica dell’autore, un’antologia personale che, ripercorrendo un lungo cammino di ricerca, rivela con determinazione il carattere antitotalitario e antiidolatrico della lingua poetica e delle sue parole.
Ecco qualche riga tratta dalla postfazione di Perolino
«La furia serena che dà il titolo alla raccolta identifica un orizzonte circoscritto («stringendo l´orizzonte mi conforto»), quotidiano e familiare, che oppone la calma visione dei segni e dell’esistere alle illusioni di un altrove indeterminato («... guardare oltre la siepe / di là dalla collina seguire il pensiero / che il mondo va in rovina»).
Nella sua ultima maniera, da Ebbrezza di placamenti fino alle Partiture, su una base lessicale di pregiata rarefazione lirica Giuliani ha intessuto un nuovo linguaggio poetico, meditante e insieme descrittivo, ostile ad ogni compiacimento di memoria («cresciuto tra spine e nodi nella lunga infanzia / sciogliendoli in segreto»). La pura, impersonale presenza degli oggetti del mondo vi è stata registrata nei suoi minimi trasalimenti («In prima vista il limone forte sparuto...»), fissando la poesia alla relazione che lega il linguaggio e la morte («Segno non trova fondamento è ciò che fa»). Per questo Giuliani non si stanca di esercitare tutte le figure stilistiche della contraddizione, nel tentativo di sciogliere nel ritmo premonitore della scrittura le irresolubili antinomie del pensiero.»
Esito del Premio “Raccolta inedita”
Vincitore di questa sezione è Jacopo Ricciardi con l’opera Colosseo. La raccolta viene pubblicata nella collezione “La ricerca letteraria” di Anterem Edizioni con nota critica di Stefano Guglielmin.
Ecco qualche riga tratta dalla postfazione di Guglielmin
«Attraverso la “forma magnetica e densa” di una scrittura proteiforme e fortemente immaginativa, tesa ad arginare l’io e il mondo in un abbraccio placentario, Colosseo mette in scena la metamorfosi stessa, quel mutare incessante della totalità che disorienta il tempo della successione, quell’abisso senza fondo e apice dal quale la grecità fece nascere Gea, madre di tutte le cose. Sul vorticare operoso del Chaos Ricciardi poggia invece il bulbo oculare, nel tentativo sovrumano di immedesimarsi con esso tramite la forza dello sguardo, che in tal modo s’amplifica a dismisura diventando, nel medesimo tratto, io e mondo: “... solo l’occhio esiste lo sguardo sono io prodotto / dall’occhio ... tutto è occhio e tutto è / tutto” e “io sono il mondo che mi tocca”.»
Esito del Premio “Opera edita” Provincia di Verona
La Giuria del Premio ha designato tre vincitrici: Maria Attanasio, Maria Angela Bedini, Enrica Salvaneschi. Alle tre poetesse l’Assessorato alla Cultura della Provincia di Verona assegna la somma di Euro 500,00 ciascuna.
Grazie alla collaborazione del quotidiano “L’Arena”, una Giuria popolare ha scelto tra queste poetesse la supervincitrice: Maria Angela Bedini. La Giuria popolare è formata dai grandi lettori delle principali librerie di Verona, della Biblioteca Civica di Verona, della Società Letteraria, del Liceo Classico “Maffei” di Verona e “Cotta” di Legnago (Vr), del Liceo Scientifico “Medi” di Villafranca (Vr).
Alla supervincitrice sarà attribuita dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Verona un’ulteriore somma di Euro 500,00.
Ecco qualche nota di Flavio Ermini sulle opere delle tre vincitrici.
Maria Attanasio, Amnesia del movimento delle nuvole, La Vita Felice, Milano 2003, pp. 112, Euro 8,00.
Il soggetto può andare incontro alla realtà per classificarla, per registrarla. Oppure può – da questo incontro – risultare lui stesso trasformato, o addirittura schiacciato. Due posizioni estremamente sbilanciate. E, direi, entrambe pericolose.
In questo libro, invece, Maria Attanasio ci mostra come il soggetto e la realtà si possano rivelare quali estremi che tra loro si richiamano. Tanto da potersi incontrare su una linea di confine che pagina dopo pagina potrà diventare anche soglia.
Questo equilibrio faticosamente raggiunto rappresenta la via che conduce alla conoscenza.
I termini di differenza tra soggetto e realtà si mantengono sospesi su quella linea (tra il confine e la soglia) che li separa e contemporaneamente li unisce. Tale linea consente di passare da un ordine all’altro, da un punto di vista all’altro. In un movimento verso le ombre che inevitabilmente accompagnano ogni pensiero. (fe)
Maria Angela Bedini, La lingua di Dio, Einaudi, Torino 2003, pp. 148, Euro 12,00
Nella raccolta La lingua di Dio, Maria Angela Bedini si affida a un alfabeto che non ha uguali: l’alfabeto della prima nominazione. Si tratta per l’esattezza di quell’alfabeto che mette fine al tempo notturno (quello che precede la nascita) per dare libero passaggio al tempo solare (quello che ci accoglie nel mondo).
Qui la parola dice la sua natura di corpo apparentemente vittorioso sul silenzio dell’inizio, della nascita. Questa parola non poggia sulla soglia della nascita, ma viene avanti. Esce. Cerca l’aria e un suono che la tolgano dallo smarrimento. E vuole essere interrogata.
Nell’indeterminabile sta il seme primario di questa inquieta e inappagabile parola. In ogni stazione del suo viaggio conserva e custodisce ciò che il comune vedere non sopporta: l’estasi connessa all’amore e alla religione, la spaziatura che separa il desiderio dal compimento.
Nel fare poesia Maria Angela Bedini fa esattamente così: si pone di fronte al mondo come se fosse la prima volta e lo nomina come se nessuno l’avesse mai nominato. Ripercorre in questo modo la grande poesia della nostra tradizione. (fe)
Enrica Salvaneschi, In vano, Marsilio, Venezia 2004, pp. 136, Euro 11,50
Il libro In vano di Enrica Salvaneschi è dedicato esplicitamente al deserto. Un deserto inteso come specchio del proprio corpo e della propria anima. Infatti, andare verso il deserto, ci dice l’autrice, significa trovare uno specchio. E, nello specchio, la propria immagine riflessa.
Inoltrandosi nel deserto, infatti, il soggetto che voleva incontrare l’altro – un soggetto diverso da sé – incontra ancora se stesso.
Se non era previsto, questo incontro sconcerta.
Se si andava cercando una soluzione, si trova invece un problema.
Andando verso il deserto, e guardando se stesso all’interno di uno specchio, il soggetto può potenziare la sua conoscenza o sminuirla. Il soggetto viene a trovarsi in tal modo su un pendolo che può toccare, rispettivamente, lo smembramento oppure la paura.
Smembramento perché il soggetto è spinto a inseguire richiami che si moltiplicano all’infinito, e che portano a un numero imprevedibile di soluzioni. (Da qui il “potenziamento” di cui prima si diceva.)
Paura di che cosa? Di aver incontrato se stesso e di dover aprire un conto con i propri limiti, con la propria finitezza. (fe)
Esito del Premio “Una poesia inedita”
Giuria formata da 80 critici letterari, filosofi, storici della letteratura, dell’arte e della musica, ha designato la poesia vincitrice: è di Renato Job. All’autore sarà attribuita la somma di Euro 500,00.
SQUALI
di Renato Job
Sono documentate molte cose,
tra le più disparate, una nidiata
di gattini, strumenti musicali,
stoviglie, stetoscopi, targhe d’auto,
fossili di ambra e silice, proiettili
di armi da guerra e di armi mai forgiate,
vaganti come ghiaccio di comete…
Di tutto troverete, anche le nuvole
che passano, e la vostra stessa fame.
Di tutto troverete nello stomaco
degli squali. Anche i compiti di Eugenia
e i suoi sacchetti di plastica pieni
di cianfrusaglie, e i miei libri, e i bambini
che non ho osato far nascere, e il poco
che rimane di noi e non potremo
per molto tempo difendere ancora.
Di tutto troverete, anche la morte,
come tutte le morti dolorosa,
degli squali.
Ecco una nota riflessiva di Flavio Ermini sulla poesia.
Tutto ciò che esiste nel mondo rivelato possiede al suo interno una forza viva. Eppure, niente può impedirci di comprendere che l’annullamento è il solo possibile esito di ogni esistenza: né la consapevolezza che la vita è potenza (“di tutto troverete nello stomaco degli squali”); né la comunione stessa con coloro che sono ricettacolo di energia (“gli squali”, vere e proprie figure del pensiero).
Segue questo percorso di formazione la poesia di Renato Job.
Squali enumera elementi della vita, tra cui molte cose concrete e qualche stato d’animo, per poi confrontarsi con la loro sparizione, con la morte.
Lo sguardo del poeta vede anche le figure del pensiero (“gli squali”) dolorosamente annegare, quelle figure del pensiero che hanno cercato di farsi custodi di sapere; che “documentano” il finito e poi più nulla.
Questo ricorda Job:
Che la morte sia inevitabile e ci costituisca è un’evidenza prima; non ha bisogno di dimostrazione. Più difficile, aggiunge Job, è credere che l’immortalità, anche solo del pensiero, sia un’illusione che la luce del vero dissolve. La fine prevede “anche la morte, / come tutte le morti dolorosa, / degli squali”.
Noi siamo eterni solo nella nostra fugace apparizione su questa Terra.
Esattamente come le nostre idee, siamo eterni solo nella nostra bellezza mortale. Ricordiamo a questo proposito quanto scrive Leopardi nella penultima pagina (4525) dello Zibaldone: «Due verità che gli uomini generalmente non crederanno mai: l’una di non saper nulla, l’altra di non esser nulla. Aggiungi la terza, che ha molta dipendenza dalla seconda: di non aver nulla da sperare dopo la morte». (fe)
A cura dell’Archivio Tommasoli
con la collaborazione della rivista “Anterem”
MERCOLEDÌ 13 OTTOBRE, ORE 18:00
Disegni del pensiero Inaugurazione in Società letteraria della Mostra “Disegni del pensiero” contestualmente all’inaugurazione del Festival Verona Poesia
Esposizione delle opere di:
Roberto Leone
Magdalo Mussio
Bruno Gripari
Sirio Tommasoli
Interventi interpretativi di Silvia Ferrari (Storica dell’Arte, docente all’Università degli Studi di Pavia) e di Flavio Ermini (poeta e saggista, direttore della rivista “Anterem”)
Prima Biennale di Poesia e Pensiero
30 ottobre 2004, ore 10:00 -19:30
Palazzo della Gran Guardia
Piazza Bra, Verona
RASSEGNA di poesia
letture di poeti contemporanei, musica e danza
TRA POESIA E PENSIERO
riflessioni di Carlo Sini
POESIA A TEATRO
poesie di Rilke, Cvetaeva, Valéry, D’Annunzio
POESIA E CINEMA
di piano in piano, a cura di Pietro Barziza
POETICHE DI ANTEREM
poesie di Bergamini e immagini di Tommasoli
PREMIO LORENZO MONTANO
cerimonia conclusiva di premiazione
Per informazioni premio.montano@anteremedizioni.it
Ciclo di cinque incontri organizzati dalla rivista di ricerca letteraria “Anterem” nell’ambito del Festival Verona Poesia
Ciclo di cinque incontri organizzati dalla rivista di ricerca letteraria “Anterem”
nell’ambito di VERONA POESIA
L’impossibile filosofico
La poesia incontra l’estetica, la filosofia della scienza, il jazz.
GIOVEDÌ 14 OTTOBRE, ORE 18:00
Le domande che la filosofia pone sul senso della nostra esistenza sono destinate a restare senza risposta. E ci indicano l’impossibilità dell’uomo di accedere alla verità. Esplicito in questo senso è il poema Ur-Anti-Platone (1947) di Yves Bonnefoy, che apre questo incontro grazie all’interpretazione di Massimo Totola. Le questioni che vengono sollevate dal testo (edito per la prima volta in Italia da Anterem) sono approfondite in un dialogo tra i filosofi Massimo Donà (docente dell’Accademia di Belle Arti di Venezia e della Facoltà di Filosofia del San Raffaele di Milano) e Giulio Giorello (ordinario di Filosofia della Scienza dell’Università degli Studi di Milano). Il filosofo Donà interviene anche alla tromba con musiche jazz da lui stesso composte e nelle quali riversa la consapevolezza di Nietzsche quando scriveva: “Le verità sono illusioni di cui si è dimenticata la natura illusoria”. Lo accompagna Davide Ragazzoni (drums & electronics).
Sull’orlo del malessere
La poesia incontra la critica letteraria e la musica per computer.
VENERDÌ 15 OTTOBRE, ORE 18:00
Adriano Marchetti (docente di letteratura francese all’Università di Bologna) ci guida attraverso alcune esemplari opere letterarie verso l’oscura notte dell’anima, nella consapevolezza che il senso che noi cerchiamo, se c’è, è dentro di noi, nelle nostre radici, e attende di essere ritovato. L’itinerario è accompagnato dalla lettura di testi di Ariosto, Beckett, Bousquet, Char, Paulhan, Tartaglia, nell’interpretazione di Jana Balkan e di Isabella Caserta. Alcuni testi vengono letti anche in lingua originale da un lettore di francese dell’Università di Verona. Musiche originali per computer interpretate da Mauro Graziani hanno il compito di ricreare l’atmosfera trasognata degli inganni e delle illusioni necessarie per vivere malgrado il malessere a cui ci conduce la nostra esistenza.
Parole con parole
La poesia incontra la riflessione critica, l’azione teatrale, la danza contemporanea.
SABATO 16 OTTOBRE, ORE 18:00
Può accadere che la parola poetica trovi ospitalità solo in un’altra parola, in un vero e proprio processo di rivelazione. O nel passo silenzioso della danza. Ecco il tempo del poeta: quello dove si conservano i nomi, dal giorno al crepuscolo, nel variare della luce. Ne sia un esempio la lettura di testi poetici di Giorgio Bonacini, Giorgio Celli, Marco Furia. I testi sono letti dagli stessi poeti oltre che dagli attori del Teatro Scientifico. La lettura delle poesie si svolge nell’ambito di un’azione teatrale fondata su riflessioni di Flavio Ermini. Nell’ambito della lettura viene proposta una prosa di Giacomo Bergamini (poeta recentemente scomparso): Concetti d’altrove. È da questo titolo che prende il nome il ciclo di incontri organizzato da Anterem nell’ambito di Verona Poesia. Passi di danza di Michela Oldin accompagnano le riflessioni critiche. Introduce la serata Carla De Bellis (docente di Italianistica all’Università di Roma).
Forme della metamorfosi
La poesia incontra il pensiero filosofico, la musica contemporanea, la danza.
DOMENICA 17 OTTOBRE, ORE 18:00
Il pensiero poetante può trasformarsi in pensiero filosofico? Il pensiero filosofico può diventare musica? La forma musicale può passo-passo mutarsi in gesto di danza? A iniziare da una rassegna di poeti di molte lingue (francese, inglese, cinese, tedesca, spagnola, italiana) la poesia viene coinvolta in una serie di metamorfosi dall’esito sempre imprevedibile. La lettura dei testi poetici di Yves Bonnefoy, René Char, Flavio Ermini, Marie-Thérèse Kerschbaumer, Yang Lian, Lou Reed, Ranieri Teti, Ida Travi, José Ángel Valente, Christa Wolf, Andrea Zanzotto è affidata alle voci recitanti di Massimo Totola e Carla Totola. Alcuni testi sono letti anche in lingua originale da lettori dell’Università di Verona. Le musiche originali sono di Francesco Bellomi e sono affidate alle esecuzioni di Marco Dal Bon, Matteo Prevedelli e dello stesso Francesco Bellomi. Maria Giuliana Gardoni traduce in passi di danza alcune esecuzioni. Introduce l’incontro il filosofo Clemens-Carl Härle (docente all’Università degli Studi di Siena).
La cattiva strada
La poesia incontra la canzone d’autore.
DOMENICA 17 OTTOBRE, ORE 22:30
A chiusura del Festival, si tiene in Società Letteraria un concerto che vede protagonisti: Vittorio Centanaro e Luce Tondi. Entrambi genovesi, propongono canzoni di Fabrizio De Andrè. Centanaro ha partecipato alla fine degli anni Sessanta al mitico teatro di Piazza Marsala, uno spazio alternativo ai teatri "ufficiali" dove con De Andrè sigla, in termini decisivi, la sua prima produzione, quella della Guerra di Piero, Fila la lana, Via del Campo. Luce Tondi ha fatto parte alla fine degli anni Ottanta con Armando e Mariuccia Corso del "Trio Vaudeville". Nell’itinerario artistico di De Andrè, l’angoscia dell’esistenza dice di sé senza ricami, né ornamenti. Centanaro e Tondi conoscono e sanno rendere questa cadenza che disarticola la falsa armonia del mondo per dare voce e suono all’irruzione del perturbante nella nostra vita. In questo percorso interpretativo Centanaro e Tondi non dimenticano che sulla “cattiva strada” di De Andrè muovono i loro rabbiosi e poetici passi altri autori come i tre grandi chansonnier: Georges Brassens, Jacques Brel, Léo Ferré.
ORGANIZZATO DALLA SOCIETA’ LETTERARIA
in collaborazione con
Anterem Edizioni, Biblioteca Civica di Verona, Filo di Arianna, La Città Nascosta, Poetica, Teatro Nuovo, Uqbar Teatro
Presidente Alberto Battaggia (presidente Società Letteraria di Verona)
Segreteria organizzativa Paola Azzolini, Flavio Ermini, Paolo Valerio, Alberto Loy
Gruppo di progetto Andrea Afribo, Daria Anfelli, Paola Azzolini, Alberto Battaggia, Agostino Contò, Albertina Dalla Chiara, Arnaldo Ederle, Flavio Ermini, Maria Geneth, Gaia Guarienti, Alberto Loy, Nicola Pasqualicchio, Luciana Premoli, Carlo Saletti , Ida Travi, Paolo Valerio, Ranieri Teti
Progetto Grafico Tommaso Gorla
Ufficio stampa c/o Società Letteraria di Verona tel. e fax 045 595949 segreteria@societaletteraria.it
La manifestazione si svolgerà i giorni 13,14,15, 16, 17 ottobre 2004
Moltissimi sono gli incontri.
Ciclo di cinque incontri organizzati dalla rivista di ricerca letteraria “Anterem”
nell’ambito di VERONA POESIA
L’impossibile filosofico
La poesia incontra l’estetica, la filosofia della scienza, il jazz.
GIOVEDÌ 14 OTTOBRE, ORE 18:00
Le domande che la filosofia pone sul senso della nostra esistenza sono destinate a restare senza risposta. E ci indicano l’impossibilità dell’uomo di accedere alla verità. Esplicito in questo senso è il poema Ur-Anti-Platone (1947) di Yves Bonnefoy, che apre questo incontro grazie all’interpretazione di Massimo Totola. Le questioni che vengono sollevate dal testo (edito per la prima volta in Italia da Anterem) sono approfondite in un dialogo tra i filosofi Massimo Donà (docente dell’Accademia di Belle Arti di Venezia e della Facoltà di Filosofia del San Raffaele di Milano) e Giulio Giorello (ordinario di Filosofia della Scienza dell’Università degli Studi di Milano). Il filosofo Donà interviene anche alla tromba con musiche jazz da lui stesso composte e nelle quali riversa la consapevolezza di Nietzsche quando scriveva: “Le verità sono illusioni di cui si è dimenticata la natura illusoria”. Lo accompagna Davide Ragazzoni (drums & electronics).
Sull’orlo del malessere
La poesia incontra la critica letteraria e la musica per computer.
VENERDÌ 15 OTTOBRE, ORE 18:00
Adriano Marchetti (docente di letteratura francese all’Università di Bologna) ci guida attraverso alcune esemplari opere letterarie verso l’oscura notte dell’anima, nella consapevolezza che il senso che noi cerchiamo, se c’è, è dentro di noi, nelle nostre radici, e attende di essere ritovato. L’itinerario è accompagnato dalla lettura di testi di Ariosto, Beckett, Bousquet, Char, Paulhan, Tartaglia, nell’interpretazione di Jana Balkan e di Isabella Caserta. Alcuni testi vengono letti anche in lingua originale da un lettore di francese dell’Università di Verona. Musiche originali per computer interpretate da Mauro Graziani hanno il compito di ricreare l’atmosfera trasognata degli inganni e delle illusioni necessarie per vivere malgrado il malessere a cui ci conduce la nostra esistenza.
Parole con parole
La poesia incontra la riflessione critica, l’azione teatrale, la danza contemporanea.
SABATO 16 OTTOBRE, ORE 18:00
Può accadere che la parola poetica trovi ospitalità solo in un’altra parola, in un vero e proprio processo di rivelazione. O nel passo silenzioso della danza. Ecco il tempo del poeta: quello dove si conservano i nomi, dal giorno al crepuscolo, nel variare della luce. Ne sia un esempio la lettura di testi poetici di Giorgio Bonacini, Giorgio Celli, Marco Furia. I testi sono letti dagli stessi poeti oltre che dagli attori del Teatro Scientifico. La lettura delle poesie si svolge nell’ambito di un’azione teatrale fondata su riflessioni di Flavio Ermini. Nell’ambito della lettura viene proposta una prosa di Giacomo Bergamini (poeta recentemente scomparso): Concetti d’altrove. È da questo titolo che prende il nome il ciclo di incontri organizzato da Anterem nell’ambito di Verona Poesia. Passi di danza di Michela Oldin accompagnano le riflessioni critiche. Introduce la serata Carla De Bellis (docente di Italianistica all’Università di Roma).
Forme della metamorfosi
La poesia incontra il pensiero filosofico, la musica contemporanea, la danza.
DOMENICA 17 OTTOBRE, ORE 18:00
Il pensiero poetante può trasformarsi in pensiero filosofico? Il pensiero filosofico può diventare musica? La forma musicale può passo-passo mutarsi in gesto di danza? A iniziare da una rassegna di poeti di molte lingue (francese, inglese, cinese, tedesca, spagnola, italiana) la poesia viene coinvolta in una serie di metamorfosi dall’esito sempre imprevedibile. La lettura dei testi poetici di Yves Bonnefoy, René Char, Flavio Ermini, Marie-Thérèse Kerschbaumer, Yang Lian, Lou Reed, Ranieri Teti, Ida Travi, José Ángel Valente, Christa Wolf, Andrea Zanzotto è affidata alle voci recitanti di Massimo Totola e Carla Totola. Alcuni testi sono letti anche in lingua originale da lettori dell’Università di Verona. Le musiche originali sono di Francesco Bellomi e sono affidate alle esecuzioni di Marco Dal Bon, Matteo Prevedelli e dello stesso Francesco Bellomi. Maria Giuliana Gardoni traduce in passi di danza alcune esecuzioni. Introduce l’incontro il filosofo Clemens-Carl Härle (docente all’Università degli Studi di Siena).
La cattiva strada
La poesia incontra la canzone d’autore.
DOMENICA 17 OTTOBRE, ORE 22:30
A chiusura del Festival, si tiene in Società Letteraria un concerto che vede protagonisti: Vittorio Centanaro e Luce Tondi. Entrambi genovesi, propongono canzoni di Fabrizio De Andrè. Centanaro ha partecipato alla fine degli anni Sessanta al mitico teatro di Piazza Marsala, uno spazio alternativo ai teatri "ufficiali" dove con De Andrè sigla, in termini decisivi, la sua prima produzione, quella della Guerra di Piero, Fila la lana, Via del Campo. Luce Tondi ha fatto parte alla fine degli anni Ottanta con Armando e Mariuccia Corso del "Trio Vaudeville". Nell’itinerario artistico di De Andrè, l’angoscia dell’esistenza dice di sé senza ricami, né ornamenti. Centanaro e Tondi conoscono e sanno rendere questa cadenza che disarticola la falsa armonia del mondo per dare voce e suono all’irruzione del perturbante nella nostra vita. In questo percorso interpretativo Centanaro e Tondi non dimenticano che sulla “cattiva strada” di De Andrè muovono i loro rabbiosi e poetici passi altri autori come i tre grandi chansonnier: Georges Brassens, Jacques Brel, Léo Ferré.
EDITORIALE
8 Marina Cvetaeva All’anno nuovo (trad. di E. Corsino)
20 Iosif Brodskij Su di una poesia (trad. di E. Corsino)
27 Michele Ranchetti Poesie
29 Paul Wühr Poesia (trad. di R. Novello)
30 José Ángel Valente Criptomemorie (trad. di A. Ghignoli)
32 Vladimír Holan Poesie (trad. dal ceco di V. Fesslová; versi italiani di M. Ceriani e G. Raboni)
42 Yves Bonnefoy Note sull’orizzonte (traduzione di F. Paoli)
50 Christine Lavant Silenzio soglia dello spirituale (trad. di F. Venier)
58 Flavio Ermini Poesie
60 Marco Ceriani Frammenti nel dialetto della Focide
63 Paolo Badini Figmento numero 5
64 Nicole Brossard Da Il centro incandescente (trad. di S. Colonna)
70 Ranieri Teti Poesie
72 Friederike Mayröcher Poesie (trad. di S. Barni)
76 Marco Furia Poesie
78 France Théoret Intérieurs (trad. di R. Held)
84 Autori di questo numero
86 PREMIO DI POESIA LORENZO MONTANO Esito della XVIII edizione e Bando della XIX edizione
Fotografie di Sirio Tommasoli